Lasciando da parte il turismo gastronomico e balneare del Salento, possiamo scoprire gli angoli della provincia di Lecce che anche molti del posto non conoscono. Infatti, non molti sanno delle numerose testimonianze preistoriche che si possono trovare in questa zona, soprattutto se consideriamo i monumenti megalitici conosciuti come dolmen e menhir. In totale, nella regione della Puglia ce ne sono 102 con un'alta concentrazione proprio nel Salento.
Alla scoperta dei dolmen
Come prima cosa, è utile capire che differenza c'è tra queste costruzioni. I dolmen sono costituiti da più pietre impilate e da una più lunga messa al di sopra come protezione, lasciando un ingresso sempre rivolto ad Est. Si pensa che siano la prima testimonianza di opere funerarie, utilizzate per seppellire cadaveri oppure come altare sacrificale. Infatti, si è notato che nel dolmen di Giurdignano è presente una scanalatura lungo il bordo del lastrone, probabilmente pensato per far colare il sangue della vittima.
I più impressionanti, sia per dimensioni che per come si sono mantenuti fino ai giorni nostri, si trovano a Maglie, Melendugno, Minervino, Statte e Fasano. In particolare, a Minervino il Dolmen "Li Scusi" è il primo a essere stato ritrovato in Puglia nel 1879 e per la sua altezza di 1 metro è secondo solamente a quello di Bisceglie.
É degno di una visita anche il parco nel quale si trova, creato per proteggerlo e per preservare muretti a secco e ulivi secolari, offrendo dei percorsi naturalistici e culturali che non hanno nulla da invidiare a Stonhenge.
Giurdignano, la Stonhenge italiana
A pochi chilometri di distanza, a Giurdignano, possiamo visitare un altro parco con sette dolmen, tra cui due gemelli detti "Grassi", caso unico in Italia. Per l'alta concentrazione di monumenti megalitici, questa cittadina è considerata la "capitale del megalistismo salentino", dove sono presenti anche molti menhir.
Si tratta di pietrefitte erette probabilmente prima dei dolmen orientate verso il sole come calendario e osservatorio astrologico. Infatti, sono generalmente di pianta quadrata e le facce sono disposte secondo i punti cardinali. Un'altra teoria sul loro significato viene dall'allusione fallica, diventando così simbolo o altare di fertilità. Secondo alcuni studiosi, questo è il primo monumento culturale dell'uomo, seppure in epoca preistorica. Il più alto tra questi si trova a Martano ed è conosciuto come il San Totano, raggiungendo addirittura 5,2 metri di altezza. Per quanto riguarda invece il Menhir Sant'Anna a Zollino, questo rappresenta un'eccezione nella sua funzione sepolcrale, dedicato al capo di una tribù che si era stanziata nei paraggi.
La trasformazione durante i secoli
Durante tutto il Medioevo, questi monumenti considerati pagani sono stati oggetto di una massiccia cristianizzazione, attestata dalle incisioni che possiamo trovare su alcuni menhir e dalla denominazione "Osanna", tant'è che anche al giorno d'oggi vengono raggiunti durante le processioni religiose, soprattutto la "Domenica delle Palme", attestando la forte presenza nella cultura e nelle tradizioni salentine. Inoltre, nelle vicinanze di molti menhir sono state costruire cappelle o cripte, come il Menhir di San Paolo a Giurdignano con affreschi di origine bizantina.
Nonostante si possano trovare monumenti megalitici anche nei centri cittadini, quelli che possiamo tutt'ora ammirare sono solamente una piccola parte di quelli preesistenti, spesso scomparsi per l'incuria dell'uomo. Preservarli è un obbligo verso le generazioni future, per mantenere viva la storia, sperando che magari un giorno si riusciranno a svelare gli enigmi che li avvolgono.
Visitare i parchi e i comuni in cui si trovano è un modo per entrare in contatto con il Salento più vero e incontaminato ammirando paesaggi senza eguali.
